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Un’immersione profonda nel concetto di finitezza

Al Catania Fringe OFF Festival in scena “Perciò veniamo bene nelle fotografie” di BumBumFritz

Spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Francesco Targhetta, e  ribattezzato dagli autori,  in corso d’opera  “Dentifricio”

La rappresentazione si presenta come un’intensa esplorazione dei concetti di limite e fine, temi universali che toccano profondamente l’esistenza umana. L’immagine del dentifricio, semplice e quotidiana, diventa una potente metafora per riflettere sulla natura effimera della vita e sulla nostra incessante ricerca di un senso oltre la finitezza. Michele Tonicello e Giovanni Frison formano un duo artistico affiatato, in cui la sensibilità drammaturgica di Tonicello si unisce alla creatività musicale di Frison.

Michele Tonicello e Giovanni Frison

Michele Tonicello, attore e regista, lavora come aiuto regia all’Accademia Teatrale Carlo Goldoni del Teatro Stabile del Veneto e in diverse produzioni di Teatri Nazionali. Scrive e interpreta canzoni di poesia in musica. Giovanni Frison, compositore, musicista e sound designer, unisce composizione e musica elettronica in performance live e collaborazioni con Teatri Nazionali, compagnie teatrali e artisti di rilievo. Attivo anche come docente e autore, ha pubblicato diversi album e EP di canzoni originali.

Dall’incontro dei due nasce il progetto artistico BumBumFritz che porta sui palchi di tutta Italia concerti teatrali di testi naufraghi e musica elettronica. Hanno esordito nel 2022 con l’album musicale “Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico (bip)”. La loro collaborazione dà vita a una performance multidisciplinare, in cui le parole si intrecciano con la musica, creando un’esperienza sensoriale coinvolgente. Eleonora Rossi completa il quadro con i suoi costumi, che sicuramente contribuiscono a definire l’atmosfera e i personaggi dello spettacolo. 

L’analogia tra il dentifricio e la vita è sorprendente nella sua semplicità

L’analogia tra il dentifricio e la vita è sorprendente nella sua semplicità: entrambi, una volta utilizzati, non possono tornare indietro. Questa immagine potente ci ricorda la irreversibilità del tempo e l’impossibilità di riavvolgere il nastro della nostra esistenza. 

Lo zapping compulsivo e la frammentazione dell’esistenza, l’ossessione contemporaneala velocità e la frammentazione, simboleggiata dallo zapping televisivo e dai social media, contribuisce a creare un senso di precarietà e di incompletezza. Immagini di pubblicità anni ’90 vengono riflesse da un vecchio televisore,  una piccola telecamera riprende durante lo spettacolo ciò che avviene in scena, il pubblico curioso segue con meraviglia movimenti degli attori, che nella loro linearità avvolgono i presenti.

La ricerca di un senso attraverso un percorso fatto di racconti, musica elettronica, immagini e performance fisiche nel quale gli autori cercano di dare una risposta alla domanda fondamentale: “cosa resta quando tutto è finito?”. È un interrogativo che da sempre accompagna l’umanità e che lo spettacolo affronta con onestà e profondità. Un’esperienza teatrale diversa, inusuale, inaspettata.

“Dentifricio” non è solo uno spettacolo teatrale

“Dentifricio” non è solo uno spettacolo teatrale, ma un vero e proprio viaggio attraverso le idee rese performance dagli autori, nella ricerca di  un senso più profondo nella vita.

“L’idea di utilizzare il dentifricio come metafora della vita, nasce per caso” racconta Michele Tonnicello “Ma soprattutto” continua “ “per due motivi: il primo è perché anche quando sembra finito, spremendo il tubetto ne esce sempre ancora un po’, ed il secondo è perché una volta spremuto è impossibile rimettere la pasta dentifricia nuovamente dentro al recipiente”. Panta rei, tutto scorre inevitabilmente.”Dentifricio” è uno spettacolo che merita di essere visto e discusso.  Vincitore al Fringe  Catania Off Festival 2024 di due awards  Retablo, e Stockholm Fringe,  (grazie al quale sarà portato nell’edizione 2025 al Fringe Festival di Stoccolma per l’edizione 2025), ci costringe piacevolmente ad uscire dalla nostra comfort zone e a confrontarci con domande esistenziali che talvolta evitiamo.

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