Trova lavoro anche tu al Consiglio comunale: Cronaca di una campagna elettorale
Tra poco meno di un mese nella ridente cittadina gelese, mio luogo natìo, ci saranno le amministrative.
Il momento è topico poiché dopo la caduta di un sindaco e il commissariamento si attende, trepidanti, il salvatore della patria con consiglieri a seguito.
Io ho deciso di fare un tuffo di 48 ore in città per sentire gli animi infuocati, gli intrighi e i misteri che la città sta vivendo.
Tra uno spaghetto coi ricci e una granita al pistacchio ho notato qualche volantino qui e là a fare cumulo coi sacchi di immondizia, candidati incravattati la domenica mattina di fronte a banconi pieni di cannoli e caffè che i baristi nostrani ( Dio li abbia in gloria) servivano lesti, auricolari sempre pronti e smartphone all’ultimo grido puntati nelle facce compiaciute davanti al sole e gli spritz bevuti troppo in fretta per darsi un tono che in pochi possiedono.
I partiti a Gela sembrano aver abbandonato i vecchi simboli per puntare tutti sulle Persone.
Le persone
Ma chi sono queste persone?
Il 90% dei candidati non è di primo pelo e lo storico è chiaro ai più, anche a quelli che fingono senza esserne legittimati di aver dimenticato quando x scialacquava a sinistra, poi ci provava con il centro e schiacciava l’occhio a destra.
Insomma qui si punta ad una poltroncina in consiglio quasi il consiglio fosse il collocamento e i vecchi lupi non lasciano spazio ai nuovi, anzi cambiano nome come prolungamento, candidano figli e mogli così da aggirare con mosse ingenue l’intera cittadinanza.
Come se la gente, fosse vittima di cecità collettiva, da sordità comune, da perdita di memoria transitoria.
Gela intanto muore, sotto i colpi di una disoccupazione giovanile ai massimi storici, attività che chiudono, desolazione e angoscia.
Ma adesso è il tempo delle Persone. Prima le persone, poi i partiti, poi gli schieramenti, poi gli interessi.
Bello, se fosse vero
Ma è una trovata da pupari, da registi improvvisati, da cineasti che usano ponderatissime parole a manetta.
È un degno Pesce d’aprile.
Siete pronti ancora una volta a cascarci?