nero d’avola
NERO D’AVOLA
Il nostro sommelier Stefano Grasso ci racconta di un vino eccezionale e non solo.
Poichè è uno dei massimi esperti italiani di prodotti da forno, ci regala la ricetta di una focaccia per un aperitivo perfetto!
Li dove è nato il Nero D’Avola
Buongiorno amici oggi vi porto nella Val di Noto in provincia di Siracusa, la culla del Nero d’Avola. Da queste uve nasce una delle più belle espressioni monovarietali siciliane del vitigno: il Santa Cecilia di Planeta.
Ho acquistato due bottiglie direttamente in cantina e su consiglio del cantiniere ho preso la vendemmia 2001.
Oggi, in piena crisi da isolamento forzato, per alleggerire lo stato depressivo ho stappato una bottiglia.
E non si può capire la bellezza di questo vino se non lo si prova.
Quando si parla della tipicità di un vino e cioè del legame con il territorio, il Santa Cecilia prende il massimo dei voti: un 100% nero d’avola coltivato nella zona che gli diede i Natali… più tipico di così!
Il colore è un rosso rubino, scuro, impenetrabile, tipico di un nero d’avola, bello ed intrigante. Ma non vedevo l’ora di portare il bicchiere al naso.
Un vino complesso, ampio, fine ed elegante nel suo bouquet infinito, un susseguirsi di profumi che vanno dai frutti rossi come ciliegie e more, marmellate di frutti rossi, spezie, note vegetali e balsamiche, profumi che si intrecciano che cambiano in continuazione e che ti placano i sensi per l’ennesima giornata di clausura.
Mi aspettavo un po più di intensità olfattiva, ma sono tutte note delicate meravigliose. Sbavo prima ancora di assaggiarlo. Ne bevo un sorso… poi un altro. Che dire. Uno spettacolo. I tannini sono un velluto, ancora una grande freschezza ed una sapidità che ti ricorda che le uve sono toccate dalla salsedine del mare. È un vino equilibrato che appaga pienamente il palato ed ha una grande persistenza in bocca. Credo di poter affermare che sia tra i migliori cinque nero d’avola siciliani che abbia mai assaggiato. Merita pienamente i 90/100. Grande vino!
Ricetta della focaccia
Ingredienti:
1kg di farina zero molto forte (w350/400)
650/700 g di acqua fresca (22^ circa),
10g di lievito di birra
24g di sale
12g di zucchero
Procedimento:
Impastare per almeno 8 minuti. Aggiungendo gradualmente l’acqua fino ad ottenere un impasto molto morbido.
Sfarinare abbondantemente una zona di un tavolo e riporre l’impasto sfarinandolo bene pure in superficie mantenendo una forma più o meno rettangolare e coprire con un telo di cotone ed una coperta.
Attendere almeno due ore e mezza in maniera tale che aumenti di volume.
Quindi stendere la pasta prendendola per le estremità e posizionarla delicatamente in una teglia avendo cura di non sgasarla.
L’allungamento della pasta ha lo scopo di distribuire uniformemente la pasta all’ interno della teglia e di ovalizzare gli alveoli di gas dell’impasto per conferire una eccellente alveolatura della focaccia.
Coprire ed attendere 45 minuti ed infornare a temperatura massima fino a doratura della superficie e del fondo.
VARIANTE – FOCACCIA LIGURE
Si potrebbe aggiungere olio nell’ impasto (50g e togliere 50g di acqua) e una volta stesa la pasta sulla teglia unta di olio lasciare lievitare per due ore e mezza, coprendo la teglia con un telo di cotone ed una coperta. Praticare dei fori con le dita (non troppo in fondo) e cospargere la superficie di salamoia (emulsione di olio, acqua e sale) e rosmarino.
Attendere sempre 45 minuti ed infornare.