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Notre Dame. Effimera, la vita è.

Notre Dame è andata in fiamme. Per alcuni “è andata in fiamme l’identità dei francesi e dell’Euroea”, oppure “è colpa della politica”. Così, random. C’è chi allude già al complotto jihadista e non, chi invece se la prende perché valgono più le lacrime per un edificio millenario che per migliaia di morti in mare. Ma è inutile cercare colpe e colpevoli, o creare metafore inconsistenti, la verità è una: Notre Dame è andata in fiamme accidentalmente, e per un bel po’ saremo privati della sua bellezza. E forse anche della sua stessa esistenza.

Sui social è già apparso il teatrino del cordoglio e delle opinioni sterili, che al solito parlano più di noi che della tragedia appena avvenuta. Ci si lamenta persino se il miliardario di turno dona 110 milioni per la ricostruzione, senza pensare che questo risparmierà molto alla spesa pubblica. Esattamente come si fanno le condoglianze virtuali, si postano foto di quella volta in cui si ha visitato quella splendida cattedrale. Chi non lo fa allora non è mai stato a Parigi.

Io non sono mai stata in Francia, benché abbia una passione viscerale per il gotico e i gargoyle. Mai avrei voluto ripassare il francese così. Se proprio devo trovare una metafora per tutto ciò, beh, posso dire di sentirmi come quando muore uno dei tuoi artisti preferiti e rimpiangi di non essere mai stato ad un suo concerto. Non è un fatto più grave delle morti in mare che avvengono solo per l’ignavia di chi avrebbe il potere di impedirlo, ma mi fa certo pensare a quanto sia effimera la vita. L’esistenza.

Notre Dame è un monumento, e nell’immaginario collettivo un monumento dovrebbe essere longevo, per non dire eterno. Gli europei non smettono di essere europei se il loro monumento simbolo cessa di esistere. Se persino un monumento millenario di rilevanza mondiale può essere così delicato, pensiamo allora a cosa non può essere un essere umano con tutti i suoi limiti e nonostante le sue virtù. Sicuramente, quei restauratori non avrebbero mai voluto causare quel cortocircuito e mandare tutto al rogo. Tra umani invece il male ce lo causiamo, spesso anche consapevolmente, o spesso lo si fa a sé stessi.

Bisogna avere tante risorse materiali e vitali per poter visitare tutti i monumenti del mondo prima che possano bruciare. Mentre spero che il mio cantante preferito sia ancora vivo, posso augurarmi che quando visiterò la cattedrale ricostruita l’effetto sia lo stesso chi ha potuto visitarla fino a due giorni fa.

Non si sa mai cosa riserva il tempo, né quanto tempo abbiamo: il destino ha voluto che bruciasse Notre Dame per ricordarcelo.

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