Non scrivo da un pò. Sono giorni questi in cui cerco di risolvere dilemmi esistenziali, giorni in cui provo a fermare il tempo, giorni in cui dimentico il piumone ai piedi del letto e sbaglio i cambi di stagione.
Avrei dovuto scrivere un biglietto di auguri ma si è trasformato in una patetica lettera, ho assecondato la mia natura: prolissa.
Sono giorni che termino le mie giornate in anticipo e mi rendo conto che la notte è ciclica, che il meteo continua a mentirmi con estrema regolarità e che le cose cambiano solo per restare sempieterne. Vorrei finissimo per riconoscerci nel modo in cui ci laviamo i denti, nei lavandini sputacchiati delle sette del mattino, con quel misto di caffè al mentolo che fa da contraltare ai treni in ritardo, alla musica pop sparata nelle orecchie per darci il buon umore che non ci appartiene, sempre alle sette.
Sono giorni o forse anni che con una cannuccia tento invano di scavare nel mio stesso esistenzialismo guardando la deriva culturale che questo tempo sta portando con sè. Leggo i commenti ai post e non intervengo, mi paralizzo davanti ai pixel e i codici binari.
Davanti agli sfondi fluo delle pagine facebook, mi paralizzo davanti ai selfie sgranati che al posto dell’anima hanno pixel simili a finestre sbarrate.
Vorrei censire il vostro amore ed anche il vostro odio. Gli stessi sentimenti che lanciate disperati su Istagram, riempiendovi di storie e dopamina.
Ma dove abita l’amore?
L’Amore, quello vero, non ti segue su Istagram ma per le strade, quando piove e sei sola.
Non somiglia ai cuoricini sgargianti anzi è brutto e lercio.
Non credo all’amore che respira sulle tastiere, nè alla rivoluzione dal divano.
Non credo alla fiamma che si dimentica di avere occhi, faccia e fatica.
Vorrei scrivere con il sangue su questi schermi: Nessun sentimento abita qui!