Il Collettivo Neuma
Mettere insieme due pittori, uno scultore e un fotografo, diversi per personalità e produzione artistica, è stato l’impegno di una giovane antropologa. Fabiola Di Maggio è la presidente del Collettivo Neuma, un’associazione culturale, che con occhi e dispositivi differenti indaga le tutte le forme della cultura contemporanea. Gli artisti, tutti siciliani, sono Giacomo Bertolino, Michele Di Donato, Marco Favata e Massimiliano Scuderi che, insieme a Fabiola conosceremo un po’ più da vicino.
Buongiorno Fabiola. Il motto della vostra pagina web è che gli artisti sono anche degli antropologi. Spiegaci il senso di questa corrispondenza.
L’antropologo è lo studioso delle culture, colui che rileva, sul campo e non, le differenze e le analogie tra società diverse. Nell’odierna società globale trovo che gli artisti, oltre evidentemente agli antropologi di professione, siano degli antropologi inconsapevoli perché riescono a rintracciare, a prevedere e a descrivere i tratti peculiari della società in cui vivono fornendone delle rappresentazioni emblematiche attraverso le loro opere d’arte, alle quali tutti gli studiosi delle scienze umane, non solo gli storici dell’arte e i critici, dovrebbero guardare.
Partiamo dal nome. Perché Collettivo Neuma?
Il neuma è un segno nella notazione musicale medievale che indica l’insieme di note poste su una singola sillaba. Fatto proprio l’originario significato musicale del neuma, il Collettivo lavora alla stessa maniera, ovvero come le varie note musicali, artisti diversi (ognuno con la propria tecnica e il proprio stile), attraverso quadri, sculture e fotografie, creano una polifonia di opere d’arte sintonizzandosi di volta in volta su un unico tema: scienza, moda, tecnologia, cronaca e via dicendo.
Parlaci un po’ degli artisti…
Il Collettivo Neuma è formato da quattro artisti: lo scultore Giacomo Bertolino, il fotografo Michele Di Donato, e i pittori Marco Favata e Massimiliano Scuderi. Giacomo realizza opere con ferraglia di risulta, materia a cui sa dare nuova vita e tante possibilità concettuali e figurative.
Michele è un fotografo affermato. Ha esposto in contesti nazionali e internazionali e dal 2018 è artista dello Sportello per l’Arte Contemporanea della Sicilia (S.A.C.S.) del Museo Riso di Palermo. In “Visions of the Earth” ha portato la fotografia su un livello più astratto attraverso un abile utilizzo del light painting e del cloud visuale.
Massimiliano possiede una cifra stilistica del tutto riconoscibile che risale al suo immaginario infantile, ovvero al periodo in cui giocava con le costruzioni Lego. Le sue tele rimandano a una iconografia naïf fatta di blocchi che sono in perfetto equilibrio tra la figurazione e l’astrazione. Marco ama sperimentare.
E in “Visions of the Earth” lo ha ampiamente dimostrato. Dopo il periodo figurativo è passato alla scomposizione dell’immagine attraverso la dissociazione, per approdare a una vera e propria “svolta materica o informale”. Benché posseggano tutti una cifra stilistica individuale identificabile, avere aderito alla mission di Neuma, permette loro di confrontarsi con parole e cose della cultura tout court.
Dallo scorso 12 ottobre e fino al 8 gennaio
… il Collettivo è in mostra al Museo D’Aumale di Terrasini con la mostra “Visions of the Earth. L’arte e la cultura visuale sismografica e vulcanologica”. Dicci qualcosa di più…
La mostra è l’esito di sedici mesi di lavoro e della proficua collaborazione tra gli artisti del Collettivo Neuma e l’ INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). “Visions of the Earth” mette in luce l’effettiva relazione tra arte e scienza, attraverso il collante, ad oggi inedito in ambito espositivo, della cultura visuale. In mostra si trovano infatti, non solo opere d’arte, ma anche strumenti (come sismografi di terra e di mare, rilevatori di fumarole, sensori antichi, moderni e anche futuribili) e l’iconografia da questi prodotta.
Quali sono i progetti per il futuro?
Per il futuro, al momento, sono previste altre tappe di “Visions of the Earth” in Sicilia e in Italia e un altro progetto espositivo, sempre legato all’ambito scientifico, previsto per la primavera 2019.