Lo sai che la fame allunga i corpi?
Stira ossa e spalanca occhi.
Che la notte era un sogno brutto
il giorno un conto distratto
Nei loro sguardi rivedevi la fatica di una madre e i tuoi fratelli.
Era andato via. Quaranta giorni per capire se era peste o solo cuore nero, stivati prima, bestie ammassate dopo, dialetti e lingue mute che la paura è universale e acqua di sentina.
Non si dorme che possono rubarti la miseria
Non si dorme che possono rubarti la miseria
Eri andato via.
Una parola per ogni incrinatura
Lei era rimasta
Non aveva infranto piatti sulla parete
Non poteva permetterselo
Si era morsa la lingua e aveva pianto nel buio
Ti aveva maledetto ogni giorno
Non eri ritornato.
Anni dopo bussarono alla porta
Anni dopo bussarono alla porta, lei era morta da anni, io non sapevo neppure che faccia avesse.
Riconobbi gli occhi di mio nonno, ma azzurri, ravvisai i volti dei tuoi figli.
Alti come cipressi,
Ne spiavo i lineamenti per cercare te
Un rigurgito di onore o soltanto curiosità li aveva condotto fino a noi
C’era una volta l’America e Lei non volle vederli
Lei, mia nonna non volle vederli
Strinse le sue mani da vedova a quelle del marito morto in un
patto che tutti ignoravamo
Non è che fossero mai stati un simbolo d’amore
Mi ha rapita contro la mia volontà, raccontava
Lei diceva che l’amore era venuto dopo
Ma almeno lui era rimasto
Tornarono da dove erano venuti
Non sapevano una parola di italiano
Io sentivo che avremmo potuto volerci bene
Di quel padre partito nella terra della fortuna
erano rimasti semi sparsi e nessun perdono da questa terra di migranti.
Cinquantuno milioni di immigrati
Cinquantuno milioni di immigrati, sono giunti negli Usa dal 1892 al 1957. Esiste un sito che consente dopo l’inserimento di alcuni dati di cercare quello dei nostri parenti che emigrarono anni fa. Troveremo sempre qualcosa. Io troverei il mio bisnonno.
Chi non conosce Ellis Island l’isoletta alle porte di New York per oltre sessant’anni è stata la porta d’accesso al “nuovo mondo” conosciuta anche come l’isola delle lacrime luogo di accoglienza ma anche di respingimento.
Cosa doveva sembrare allora la statua della libertà? Un miraggio, una speranza, guardarla e non poterla in alcuni casi neppure sfiorarla.
C’era una volta l’America: era l’El Dorado
Cosa è l’America oggi? Allora per pochi era l’El Dorado per altri una miniera, una ferrovia da costruire per altri, una strada, un palazzo su cui stare in bilico, era la fatica dei lavori più duri.
«Sono venuto in America credendo che le strade fossero lastricate d’oro», recitava un famoso canto degli emigrati italiani, «ma quando sono arrivato ho visto che le strade non erano lastricate affatto e che toccava a me lastricarle».
L’America e il sogno americano.
America oggi, questo è un altro argomento.