Sala Hernandez e Fringe un connubio di arti performanti


Intervista a Valeria Geremia e lo spazio sulle arti performative

 “Quest’anno per la terza edizione del Fringe Catania Off Festival anche la sala Hernandez farà parte dei  luoghi inseriti nel grande circuito di questo importante evento sulle arti performative” , afferma Valeria Geremia danzatrice e coreografa Butoh, ed insegnante di Yoga.  

Valeria ,dopo anni di residenza a Berlino ed un anno a Madrid, nel 2008 sceglie di  rientrare nella sua terra, e creare un luogo per poter realizzare un grande spazio per le creazioni artistiche e per progettare degli spettacoli. Così nasce  il suo spazio performativo, coinvolto  nel progetto del Fringe  Festival per il  secondo anno consecutivo.

“La Sala”, afferma la coreografa, “è prevalentemente il mio studio per la Danza Butoh, prove e workshop per le mie lezioni di Yoga e l’area dove faccio trattamenti Shiatsu”  insomma  “un nido di pace” assicura.

Per l’edizione 2024  gli spettacoli  legati al Fringe Festival sono programmati dal dal 17 al 20 ottobre . Importanti performance  per sensibilizzare   il pubblico coinvolto da “questo grande circuito che stimola lo scambio, la conoscenza , la creazione  e rende giustizia alla bellezza che solo l’arte può donare” sottolinea.

“Siamo fatti della stessa materia” ed il Margot Theatre

Danza Butoh, Yoga e Shiatsu al Fringe Catania Off Festival | Cultura | Cosenostrenews.it

Nello spazio Hernandez, quest’anno ci sarà il Margot Theatre  con “Siamo fatti della stessa materia”. Uno spettacolo rivolto anche ai bambini, ai ragazzini dove la fisica viene spiegata in  maniera più divertente e giocosa,  ed ancora, lo spettacolo ”Conosco l’amore  per sentito dire” della compagnia Fili Rossi “ un ironico tragico e divertente monologo” garantisce Valeria “ Una donna” continua “che non riesce più ad avere consapevolezza del suo corpo “affamato”come lo definisce lei stessa”.

RADICI di Antonio Anzilotti De Nitto e Ferrara Off

In ultimo, ma non per importanza,  lo studio, ospiterà  il terzo spettacolo: RADICI di Antonio Anzilotti De Nitto e Ferrara Off  “un monologo che mi ha colpito per  la sua effervescenza”  spiega la Geremia  “la sua forza, la sua potenza”descrivendo il soliloquio come un viaggio storico ed intimo che esplora il vissuto di tre uomini, interpretati dallo stesso Anzilotti.

Insomma , la scelta del programma, attuata dalla stessa Valeria è una selezione non casuale per ricreare  del colore, attraverso un’attenta valutazione di spettacoli  con sapori, tendenze,  linee e atmosfere differenti dal solito.

Valeria Geremia: le origini dell’introspezione

Valeria Geremia ci racconta che sin da piccola sentiva la necessità di creare, di immergersi tra i fogli, i colori , per  realizzare, come le succede ancora adesso,  diversi momenti di introspezione che le permettono, in realtà confida “di connettermi  con le forze misteriose ed invisibili che ci circondano. Cercare di vedere quel qualcosa in più per affinare nuovi sensi”.

Valeria Geremia: le origini dell’introspezione| Cultura | Cossenostrenews.it

Nella incessante necessità di cogliere, ricercare indagare su uno strato vitale che supera  quello strettamente visibile nella materia ”andando oltre, in uno spazio più sottile,  in una dimensione quasi eterica”, Valeria  sperimenta ed investiga nella danza Butoh da circa 26 anni . Riuscendo a portare  a Catania questo singolare  percorso  introspettivo. Nel tempo coltiva una sensibilità con il pubblico e sviluppa la capacità  di trasmettere, attraverso i suoi spettacoli, legati al concetto di arti visive “decorando totalmente il  mio  corpo” spiega “per assecondare una sorta di metamorfosi “  la chiave di accesso che permette di  entrare più in fondo “nel Substrato invisibile agli occhi”.

La danza Butoh,  è proprio un percorso, un  viaggio, un’analisi sul corpo e sul proprio paesaggio interiore originario puro. La ricerca continua sta proprio nell’ arrivare a creare un movimento onesto,  cercando il proprio. “Riscoprendo in questa indagine,  l’ingenuità del corpo, dove si realizza la nascita e lo sviluppo delle necessità naturali,  quelle proprio primordiali”  delinea l’artista. 

La danza si trasforma così, in un trasferimento  all’interno di uno spazio interiore,  luogo sacro  ed unico per ognuno  essere umano.

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