immagine di Copertina di Alagon Art
Il parrucchiere dove vado a farmi tagliare i capelli è un tipo molto particolare. Per intenderci sono banditi i discorsi sullo sport e di politica spicciola. Nessuna Gazzetta dello Sport o Quattroruote sul tavolinetto della sala da barba.
A parte il Simposio di Platone, che è sempre nelle mani del Dott. Esposito, ex-ginecologo radiato dall’albo per sopraggiunto Morbo di Parkinson (attività vibrazionale incompatibile con visite intravaginali si leggeva nel verbale, seppur gradita alle pazienti), sono disponibili ampio assortimento di saggi, riviste di approfondimento filosofico, et cetera.
Anche se nella realtà Cornelio (il parrucchiere erudito) poco tempo lascia ai clienti per la lettura, in quanto giungendo alla sala, è in quel momento che egli si appresta a sciorinare il quotidiano quesito.
Appena entrato, buttando l’occhio ai divanetti per far conta degli avventori e stimare quanto vi fosse d’aspettare, immediato mi colse il suo domandare: “Ma v’è nell’ironia funzione di strumento o è essa stessa intrinsecamente necessità dell’essere umano?”
E’ certo ed appare molto chiaro – interviene Giacinto il macellaio – che ironia, sarcasmo ed umorismo siano dei validi elementi di comunicazione ma che tali strumenti non possano essere utilizzati a guisa di un mezzo di trasporto, nel senso della volontarietà dell’impiego, tipo “devo andare in centro, prendo la Vespa… ma, no! Vado in autobus che è meglio”.
E questo perché ironia, sarcasmo ed umorismo rappresentano un attitudine, una propensione più che una scelta volontaria del come comunicare.
E direi di più – chiosa Baldassarre il ferramenta – ridere è un fabbisogno naturale non ricercato. “Cosa fai oggi? Esci per ridere?”. Non mi par logico e opportuno.
No, non ci prepariamo mica, però siamo sempre pronti – replica Ferdinando meccanico radiatorista – ridere è come innamorarsi, perché non ce l’ha mica ordinato il dottore, è naturale, spontaneo, involontario, e sempre gradito.
Esiste anche un ridere ragionato – appunta però il Dott. Esposito, con il suo accento napoletano che non ha mai perso. Prendi ad esempio la satira. E’ lo strumento che ha la società per fare autocritica.
E non è un caso che le migliori battute satiriche nascano di notte quando non riesci a dormire o nel dormiveglia. Perché è tutto un lavoro d’intelletto. E d’int el letto, quann dorm, viene buono.
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